Il 2024 è destinato a rimanere impresso nella storia degli eventi sportivi mondiali con gli Europei di calcio che si terranno in Germania e lo svolgimento delle Olimpiadi in programma a Parigi. L’Europa, dunque, torna a essere protagonista a livello sportivo dopo l’avanzata dei Paesi del Golfo destinati, comunque, a influenzare sempre più, non solo a livello sportivo, ma anche dal punto di vista economico, politico e culturale, il Vecchio Continente e il mondo intero.
Il 2024, dunque, potrebbe essere per l’Europa un anno cruciale nel dimostrare di saper ancora organizzare eventi sportivi di alto livello. Infatti potrebbe comunque non bastare per contrastare i petrodollari dei Paesi arabi, sempre più desiderosi di aprirsi al mondo accaparrandosi i grandi eventi. Nazioni come Qatar, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita, infatti, negli ultimi anni hanno investito ingenti risorse economiche e sforzi per sviluppare l’infrastruttura sportiva, attirare eventi di rilievo e arricchire il loro ruolo nello scenario globale.
Un continente nel Pallone
Dopo l’edizione itinerante di Euro 2020, in realtà poi svoltasi nel 2021 causa Covid e vinta dall’Italia, gli Europei di calcio del 2024 torneranno ad essere gestiti da un solo Paese ospitante, la Germania. Ad eccezione del 2020, con Monaco di Baviera che ospitò quattro partite, questo sarà il secondo Europeo organizzato in Germania, il primo sul suolo tedesco unificato. Nella prima occasione risalente al 1988, infatti, la competizione si svolse nella Germania Ovest.
I teutonici, inoltre, tornano a organizzare un grande evento sportivo a distanza di 17 anni dai Mondiali di calcio, vinti peraltro dall’Italia. E proprio nove delle dieci città che ospiteranno le partite, Berlino, Dortmund, Monaco di Baviera, Colonia, Stoccarda, Amburgo, Lipsia, Francoforte sul Meno e Gelsenkirchen, avevano già ospitato i match iridati dal 2006, mentre la decima città scelta è Düsseldorf. Ventiquattro la Nazionali partecipanti con il calcio d’inizio fissato per il 14 giugno e la finale che si disputerà esattamente un mese dopo, il 14 luglio all’Olympiastadion di Berlino.
La Ville Lumiere 100 anni dopo
Appena poco più di 10 giorni di “pausa” e poi l’Europa tornerà protagonista con l’evento sportivo più importante del mondo: le Olimpiadi. Ad ospitarle, per la terza volta nella sua storia e a 100 anni esatti dall’ultima, sarà Parigi. La Ville Lumière ha una grande responsabilità: i Giochi Olimpici e Paralimpici saranno il primo grande evento mondiale post-Covid oltre a un’opportunità di crescita economica per la capitale e la Francia intera. L’evento, che si svolgerà dal 26 luglio all’11 agosto, con le Paralimpiadi in programma dal 28 agosto all’8 settembre, sarà in piena linea con l’Olympic Agenda 2020, volta a rendere l’organizzazione dell’evento più economicamente sostenibile. La particolarità di Parigi 2024, infatti, sarà quella di utilizzare il 95% dei siti già esistenti o temporanei: solamente il 5% delle infrastrutture sarà allestita ex novo, ovvero si tratta dell’Arena Porte de la Chapelle, situata nel quartiere La Chapelle di Parigi, il centro acquatico di Saint-Denis e lo stadio di arrampicata di Le Bourget.
Questo per evitare non solo lo spreco di denaro ma anche la costruzione di cattedrali nel deserto, ovvero strutture che poi non vengono riutilizzate come spesso accaduto nella storia delle Olimpiadi. Nelle intenzioni degli organizzatori, poi, Parigi stessa sarà la protagonista dell’evento: l’idea, infatti, è quella di disputare la maggior parte delle competizioni al di fuori degli stadi così come la cerimonia d’apertura che, per la prima volta nella storia dei Giochi Olimpici, non avverrà per l’appunto in uno stadio, bensì lungo un percorso di 6 chilometri lungo la Senna. Il budget, inizialmente stimato in poco meno di 7 miliardi, è poi lievitato a 8,8 miliardi: solamente il 20%, però, proviene da soldi pubblici. La quasi totalità dell’evento, dunque, è finanziato da sponsor, contributi privati, dal Comitato olimpico e dai proventi dei biglietti.
La sfida economica
Le Olimpiadi di Parigi si riveleranno un affare per la città e la Francia intera? È questa la vera sfida che si appresta ad affrontare la capitale francese ma in un certo senso anche l’Europa intera. Sempre più Paesi del Vecchio Continente, e non solo, sono restii a ospitare i Giochi Olimpici a causa soprattutto dei costi eccessivi. Basti pensare che a Tokyo, sede delle Olimpiadi 2020, l’evento ha prodotto un buco di oltre 20 milioni di euro. Complice ovviamente anche la pandemia che ha azzerato l’indotto relativo al turismo e ridotto l’incasso dei biglietti.
Questo ha provocato una sorta di fuggi-fuggi dalle Olimpiadi: basti pensare che le Olimpiadi del 2028 e quelle del 2032 sono state assegnate rispettivamente a Los Angeles e Brisbane che erano le uniche città candidate. Ed è proprio qui il punto dolente: per la logica d’alternanza, nel 2036 i Giochi Olimpici dovrebbero tornare in Europa. Ma il condizionale è d’obbligo sia per quanto detto precedentemente, sia per l’influenza che i Paesi del Golfo esercitano sempre più nel mondo occidentale grazie a cospicui investimenti in diversi settori.
L’interesse dei Paesi arabi
Non è un mistero, infatti, che il Qatar, dopo i Mondiali di calcio del 2022, passati alla storia come il primo campionato mondiale tenutosi nel Medio Oriente e nel mondo arabo, punti ora a ospitare le Olimpiadi del 2036. Mondiali che, nel 2034, invece, verranno svolti in Arabia Saudita, anche in questo caso unico Paese in corsa dopo la rinuncia dell’Australia. Il Qatar, che dal 12 gennaio al 10 febbraio, ospiterà la Coppa d’Asia di calcio, avrà anche i Mondiali di nuoto, in programma dal 2 al 10 febbraio 2024 a Doha. Senza considerare che diversi Paesi del Golfo già da diversi anni ospitano numerose gare di Formula 1 e MotoGP. Il futuro dello sport, quindi, sembrerebbe dipendere più che mai dai soldi delle economie del Golfo. Questo anche grazie all’influenza che tali Paesi esercitano sull’Occidente. Ne è un esempio la recente scelta di assegnare l’Expo 2030 a Riad e che ha visto nel presidente francese Macron uno dei principali sponsor. Questo perché la Francia, ma anche la Germania, tanto per citare i due Paesi che ospiteranno Olimpiadi ed Europei, è uno dei principali Paesi europei ad avere diversi interessi in ballo con Qatar, Emirati Arabi ed Arabia Saudita che in Francia hanno fatto cospicui investimenti in fondi monetari, immobili ed energia sostenibile.
Investimenti che riguardano anche il mondo dello sport stesso e, in particolar modo, il calcio. Sono almeno 10, i club di calcio europei controllati da investitori che arrivano dai Paesi del Golfo: tra questi ci sono il Manchester City, controllato dal fondo Abu Dhabi Group, degli Emirati Arabi, il Paris Saint-Germain, il cui proprietario è il Qatar Sports Investments, e il Newcastle, acquistato dal Fondo per gli investimenti pubblici dell’Arabia Saudita. Il tutto senza considerare le sponsorizzazioni: un esempio su tutti è rappresentato da Emirates, la compagnia di bandiera degli Emirati Arabi, che sponsorizza, tra gli altri, Milan, Real Madrid e Arsenal nonché la più antica competizione di calcio al mondo, la FA Cup, che dal 2015 si chiama Emirates FA Cup.