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L’Ambasciatore d’Israele: “Pensavamo di poter convivere con loro, oggi non è più possibile. Hamas va disarmata completamente”

Intervista di Giulio Gambino all’Ambasciatore d’Israele a Roma, Alon Bar, dopo l’attacco di Hamas: “Pensavamo di poter convivere con la minaccia, avevamo imparato a farlo, ma oggi non è più possibile, questa è guerra, e deve portare unicamente al disarmo totale di Hamas”. Ma chi finanzia Hamas? “L’Iran, ovviamente, anche in Italia però esistono diverse ONG che inviano denaro a Gaza con la scusa del supporto umanitario”. L’intelligence israeliana ha fallito? “Siamo stati sorpresi, abbiamo sottostimato i palestinesi… Hamas è crudele e brutale come l’Isis”. Parla il diplomatico israeliano rappresentante dello Stato ebraico a Roma, alla vigilia dell’anniversario dell’attentato alla Sinagoga di Roma del 9 ottobre 1982: 37 feriti e un morto, di due anni, Stefano Gaj Tachè. 

Ambasciatore Alon Bar, mentre parliamo il conteggio delle vittime in Israele dopo l’aggressione brutale compiuta da Hamas ha superato quota 600. Anche suo fratello, vivo per miracolo, è stato vittima dell’attacco avvenuto durante lo Shabbat, la festa ebraica del riposo. Come sta lei e la sua famiglia?
Sta bene, grazie, ora il nostro Paese intero è devastato, non abbiamo mai visto qualcosa di simile prima, il livello di barbarie, l’uccisione di bambini, il rapimento di donne e anziani, la crudeltà cui abbiamo assistito è qualcosa di cui non scorderemo mai.

Come mai proprio adesso questo attacco da parte di Hamas?
Difficile trovare una logica spiegazione, Hamas cercava un’opportunità e l’ha trovata, ma l’effetto di ciò che hanno fatto si ritorcerà contro il loro stesso popolo.

Credit: AP Photo/Hassan Eslaiah

Gli apparati di sicurezza, Mossad e Shin Bet, sono noti per essere tra i più efficienti al mondo. Se non hanno prevenuto un attacco di tale portata viene da pensare che più di qualcosa non abbia funzionato. L’intelligence israeliana ha fallito?
Sì, non c’è dubbio, entrambi gli apparati di sicurezza sono stati sorpresi, vista la mole di missili così vasta e avvenuta in un così ristretto periodo di tempo. La cosa più sorprendere di questa barbarie sono stati i terroristi che si sono infiltrati nelle aree abitate dai civili, compiendo ogni genere di violenza, massacro, accoltellamenti, uccisioni, rapimenti, verso tutto: donne, bambini, anziani.

Le sue parole descrivono un inferno. Com’è stato possibile tutto ciò nel Paese al mondo più fortemente sostenuto da Washington e maggiormente all’avanguardia in termini di difesa militare e servizi di intelligence?
Li abbiamo sottostimati. Dovrà essere condotta un’indagine che spieghi l’accaduto. Sfortunatamente non siamo stato in grado di difendere il nostro popolo. Un livello di crudeltà simile non si era mai visto in Israele. Nemmeno in Ucraina accade lo stesso, oggi, con tale brutalità. Uccidere e accoltellare donne e bambini in quel modo… Forse solo l’Isis agisce così.

Israele Hamas attacco ultime notizie oggi
Credit: AP Photo/Hatem Ali

C’è stato dunque un supporto “esterno” verso Hamas nel pianificare un’aggressione così devastante?
Sappiamo per certo che l’Iran ha fornito supporto finanziario e armi ad Hamas per molti anni. Al momento, anche in Italia, ci sono soggetti che sostengono Hamas.

Credit: AP Photo/Oded Balilty

Chi sono, Ambasciatore?
Non voglio fare i nomi.

Ci dia almeno un’idea.
Esistono alcune ONG italiane che, con la scusa del supporto umanitario, finanziano Hamas. Ci aspettiamo che il parlamento italiano e le autorità italiane facciano cessare immediatamente questo sostegno, nonostante venga spacciato per fini umanitari.

Può fare il nome di alcune di queste ONG e spiegare come siete venuti a conoscenza del loro supporto ad Hamas, nonché di come ciò avvenga?
In questo momento non voglio fare nomi e sarebbe inappropriato, le dico che è così e che lo sappiamo bene. Speriamo che questo attacco ponga fine a tale sostegno.

Quindi esclude che l’Iran sia dietro questa più recente aggressione?
Sappiamo che hanno esultato per quanto accaduto contro Israele e che hanno finanziato Hamas in questi anni, ma non abbiamo prove (ancora…) di un loro possibile sostegno e coinvolgimento in questo specifico attacco.

Credit: AP Photo/Fatima Shbair

Ha parlato con Netanyahu in queste ore?
No, ho parlato con il ministro degli esteri israeliano. E anche diversi leader e dirigenti politici italiani. Abbiamo ricevuto una solidarietà unanime e bipartisan. Ringrazio la premier Meloni per aver proiettato la bandiera israeliana a Palazzo Chigi.

Lei è Ambasciatore da un anno, quali sono i rapporti con il governo di Roma?
Abbiamo un rapporto molto stretto, consolidato da anni di collaborazione, i nostri rispettivi Premier e ministri degli Esteri si sono incontrati e mantengono buoni contatti. Oltre a ciò, abbiamo rapporti proficui per ciò che riguarda l’intelligence, la tecnologia l’istruzione. C’è molta solidarietà, in generale, da parte del popolo italiano verso quello israeliano.

C’è uno schieramento politico in particolare da cui avverte maggiore supporto e sensibilità in Italia?
Non nutriamo preferenze. In ugual misura collaboro e dialogo bene con Salvini, Lollobrigida, Crosetto, Nordio, Tajani.

Tutto il governo praticamente. E l’opposizione?
Sì anche, Elly Schlein mi ha chiamato per esprimere la solidarietà.

Credit: AP Photo/Yousef Masoud

La diplomazia è ai ferri corti nel mondo?
Ci credo fermamente, ma la diplomazia da sola non serve a niente, può essere utile per prevenire qualcosa che risulterebbe di gran lunga peggiore.

Tornando a Israele, avevate avuto avvisaglie di questo terribile attacco?
C’era stata qualche avvisaglia, la tensione andava e veniva nel corso dell’ultimo anno, ma l’atrocità e la grandezza di questa aggressione, l’intensità con cui è avvenuta, erano assolutamente inaspettate.

Dalle sue parole, e da quanto è possibile sapere, sembra però qualcosa di ampiamente pianificato. O non crede sia così?
Ha ragione, ciò che chiede è davvero fondamentale, e le dico subito il motivo: noi, finora, avevamo imparato a vivere con questa costante minaccia del terrorismo palestinese, in qualche modo adeguandoci. Pensavamo potesse durare. Ma avevamo torto. Oggi abbiamo imparato che questo non è più possibile. Questa è guerra. Una guerra che deve portare a una sola cosa: una riduzione significativa per disarmare Hamas. E sarà un male, mi creda, per entrambi Hamas e i palestinesi. Non possiamo più vivere così.

Ritiene che ci sia una qualche correlazione tra la guerra in Ucraina e quello che è accaduto con l’aggressione da parte di Hamas?
Se non ci fosse stata la guerra in Ucraina, avremmo visto una reazione da parte della comunità internazionale ben più solidale nei confronti di Israele e soprattutto più dura nei confronti di Hamas, condannando in modo più plateale il terrorismo di Hamas.

Credit: AP Photo/Hassan Eslaiah, File

Quindi pensa che Hamas abbia sfruttato questo “momentum” perché il resto del mondo è alle prese con altri focolai nel mondo?
Penso di sì, ma lo vedremo nel tempo.

Lei pensa che l’aggressione di Hamas, sommata al conflitto ucraino, possa costituire un cocktail micidiale affinché esista una concreta possibilità che si scateni, nel mondo, una guerra su scala ancora più ampia e, potenzialmente, globale?
È una possibilità. Vede: se Hezbollah entrasse a gamba tesa nel conflitto aiutando Hamas contro Israele significa che, con l’Iran presente in Siria, tutto il Medio Oriente tornerebbe a bollire. E, se Israele risponderà, sarà davvero un gran caos, e il rischio di estendere questo conflitto è concreto.

È possibile ipotizzare un coinvolgimento della Russia nell’aggressione di ieri compiuta da Hamas?
La Russia ha interessi in Medio Oriente e ha un’influenza su Hezbollah ma soprattutto ha un’influenza ancora maggiore in Siria, quindi il suo ruolo in questo conflitto può avere un duplice senso: di de-escalation, e questo sarebbe un fattore positivo, oppure di ulteriore tensione, e questo sarebbe assai grave.

Nell’aggressione sono coinvolti anche cittadini italiani?
Sappiamo che ci sono cittadini con doppia cittadinanza, israeliana e italiana, che potrebbero essere stati presi come ostaggi, ma non abbiamo ancora certezza di ciò, e riteniamo anche che alcune di queste persone potrebbero essere parte delle vittime.

Credit: AP Photo/Majdi Mohammed

Rivede in questo attacco le fasi iniziali della Guerra del Kippur?
C’è un interessante similitudine, quest’anno fra l’altro ricorre il 50esimo anniversario di quella guerra, ma in questo caso c’è di mezzo una vera e propria organizzazione terroristica… Certo, però, l’attacco è avvenuto di sabato, un modo per rendere impreparato Israele. Il che forse ha giocato a nostro sfavore.

È possibile che un anno politico fortemente turbolento e, ora, anche questa guerra abbiano contribuito a sfibrato l’immagine di Israele?
Le percezioni non cambiano così velocemente. E si formano non su come iniziano le guerra come questa, ma su come finiscono. C’è un grande dibattito, in Israele, nella tenuta dell’equilibrio dei poteri esecutivo, legislativo e giudiziario. Mi auguro che troveremo un rinnovato livello di solidarietà su queste questioni. Non posso davvero dirle altro in veste di ambasciatore.

Chiaro. Lei ritiene, tuttavia, che più in generale – e senza entrare nella politica interna – la percezione di Israele sulla scena internazionale si sia indebolita dopo un attacco così brutale nei suoi confronti da parte di Hamas?
È possibile, ma è troppo presto per dirlo.

Ambasciatore, come giudica il supporto Usa verso Israele dopo l’aggressione di Hamas? C’è chi lo ha giudicato più lento e meno esplicito del solito…
No, non credo, onestamente. Il supporto di Washington non svanirà certamente.

Credit: AP Photo/Fatima Shbair

Quali sono in questo momento i rapporti tra Israele e i Paesi arabi?
Non sarà facile continuare nella strada intrapresa di normalizzare quei rapporti, ma prima di questa aggressione avevamo notato un netto miglioramento con l’Arabia Saudita, ad esempio, e speriamo che ciò possa continuare.

Hamas ha dichiarato che uno degli obiettivi dell’attacco è proprio la normalizzazione dei rapporti tra gli Stati arabi e Israele. Gli Accordi di Abramo avrebbero dovuto portare pace e invece gli scontri non sono mai finiti…
Vede, in realtà gli Accordi non dovevano risolvere la questione israelo-palestinese. Non dovremmo giudicarli in questo senso. Il loro fine era quello di migliorare i rapporti tra Israele e i paesi arabi. Ciò, ritengo di poter dire, è avvenuto. Un esempio qualsiasi, significativo: il numero di voli tra Israele e Marocco sono pari, oggi, a quelli che esistono tra Israele e Italia. Prima, per andare in Marocco, dovevano passare tramite diversi paesi. E così via.

Israele Hamas attacco ultime notizie oggi
Credit: AP Photo/Ohad Zwigenberg

Alcuni osservatori hanno fatto notare come taluni media e giornalisti occidentali commentino quello che sta accadendo in queste ore senza tenere conto della condizione dei civili palestinesi da oltre settant’anni, al pari di come lo sono stati sul disastro umanitario in Donbass per otto anni. Cosa ne pensa?
Guardi, è molto semplice: dico a queste persone che ciò che Hamas ha fatto è la prova che, finché Hamas si comporterà così, la vita delle persone nelle Striscia di Gaza sarà in pericolo. L’unico modo è liberarsi di Hamas. Per sempre.

Credit: AP Photo/Fatima Shbair

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