È uscito il nuovo numero del settimanale The Post Internazionale. Il magazine, disponibile già da ora nella versione digitale sulla nostra App, e da domani, venerdì 28 luglio, in tutte le edicole, propone ogni settimana inchieste e approfondimenti sugli affari e il potere in Italia, storie inedite e reportage dal mondo, e grande spazio alla cultura con alcuni tra i più importanti intellettuali italiani.
La nostra cover story è dedicata alla Strage di Bologna: 85 morti, 35 anni di processi, 14 sentenze, un solo verdetto definitivo confermato più volte: l’esplosione del 2 agosto 1980 alla stazione dei treni fu opera dei terroristi di estrema destra dei Nar. Questo dice la storia. Malgrado i ripetuti tentativi di disinformazione ancora in corso.
E ancora, dalla fine degli anni ‘80 la destra italiana è impegnata a cancellare dalla propria storia la macchia della strage. Anche a costo di smentire verità conclamate. Ecco il piano “Centro neutro” per influenzare l’opinione pubblica elaborato dal terrorista fondatore di Avanguardia Nazionale. E portato avanti ancora oggi da FdI.
Inoltre, analizziamo la seconda generazione del capitalismo italiano. Dai Berlusconi agli Agnelli. Dai Del Vecchio ai Benetton. Fino ai De Benedetti. C’erano una volta il Cavaliere, l’Avvocato, l’Ingegnere. Oggi le grandi dinastie imprenditoriali del nostro Paese sono in mano a figli e nipoti. Ecco chi sono e dove stanno portando il business di casa.
Un focus sull’espansione del calcio in Arabia Saudita. In principio fu Cristiano Ronaldo. Poi Brozovic, Milinkovic-Savic, Kanté, Henderson. E persino Benzema. Da anni, Riad si propone come potenza emergente. Ora anche il suo campionato vuole competere con l’Europa. Ma i precedenti nel resto del mondo non sono incoraggianti.
Un racconto del giorno più bello di Patrick Zaki, ovvero il suo ritorno a Bologna. L’arresto tre anni fa. Il calvario del carcere. E del processo infinito. Ma alla fine è arrivata la grazia. E il rientro nella città che l’aveva accolto. Così il capoluogo emiliano ha riabbracciato il giovane egiziano. Senza mai dimenticare chi non ce l’ha fatta.
Eppure ci sono ancora altri 60mila Zaki in carcere per un’opinione, un video o per aver criticato il presidente. L’appello dei dissidenti fuggiti in Europa a TPI: “Non abbandoniamoli”.
In un’intervista a TPI, inoltre, il politologo tunisino Hamadi Redissi spiega perché la Tunisia non è un paese sicuro. “Saied regna da solo. L’economia è un disastro. Ma l’Italia e l’Europa pensano soltanto all’immigrazione. Mentre in 10 anni sono emigrati 100mila professionisti e neolaureati. Il controllo delle frontiere non basta”.
Infine, un’analisi sulla forza anti-Wagner. Obbedisce solo allo Zar.Dovrebbe contrastare terrorismo e crimine organizzato. Ma spesso è usata per reprimere il dissenso. Ed è stata schierata anche in Ucraina. Dove sostituirà i mercenari di Prigozhin. Ecco come opera e chi comanda la Guardia Nazionale russa.
Questo e molto altro nel nuovo numero del settimanale The Post Internazionale in edicola da domani e disponibile già da ora nella versione digitale.
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