È uscito il nuovo numero del settimanale The Post Internazionale. Il magazine, disponibile già da ora nella versione digitale sulla nostra App, e da domani, venerdì 7 luglio, in tutte le edicole, propone ogni settimana inchieste e approfondimenti sugli affari e il potere in Italia, storie inedite e reportage dal mondo, e grande spazio alla cultura con alcuni tra i più importanti intellettuali italiani.
Nel Pd proseguono le manovre per affossare la segretaria. Ma Schlein dovrebbe farsi coraggio e tirare dritto. Dai diritti sociali alla deriva bellicista, un elettorato senza casa è lì fuori che aspetta.
Il congresso infinito dei dem. Intervista doppia a Marco Furfaro e Alessia Morani. “Elly ascolta tutti ma una leader ha il diritto e il dovere di scegliere. Le primarie ci hanno detto che il Pd deve riallinearsi con la società” afferma Furfaro. La replica di Morani: “Nella maggioranza c’è disagio. Non era mai successo che gli iscritti scegliessero un segretario e le primarie un altro. Serve un surplus di condivisione nella gestione del partito”.
“I dem finora non sono stati coerenti nelle loro posizioni. Con Schlein registriamo convergenze ma una parte dei suoi non ci vede di buon occhio. Una cosa è certa: noi non cambieremo idea né sulla guerra né sui termovalorizzatori”. A TPI parla la senatrice M5S Mariolina Castellone.
Paola De Micheli, invece, spiega perché la leader sbaglia a non ascoltare tutti: “Non possiamo continuare a rinviare il chiarimento sull’identità del partito. Schlein deve fare una sintesi che valorizzi le differenze. L’alleanza col M5S? Sì. Ma solo se il Pd sarà il capofila della coalizione. Siamo in attesa di capire le intenzioni della segretaria”.
“Continuerò a pronunciarmi contro le forniture militari all’Ucraina. Non sono iscritto al partito. Rappresento il movimento Demos e penso che la pace in Ucraina sia possibile. Le polemiche per la mia nomina? Non capisco lo scandalo”: a TPI parla il vice capogruppo dem alla Camera Paolo Ciani.
E ancora, un approfondimento sull’Europa che batte cassa. Dazi. Iva. Plastic Tax. Ma soprattutto i contributi nazionali. Il bilancio Ue dipende ancora dagli Stati. E ora deve coprire nuove spese. Così la Commissione vuole aumentare le “risorse proprie”. Per liberarsi dai diktat dei vari Governi. Guai però a definirle imposte.
Analisi sul perché il golden power non ci salverà dalla Cina. Il Governo Meloni è intervenuto per evitare che un gruppo cinese controllasse Pirelli. Ma non ha ancora deciso se abbandonare la Nuova Via della Seta. Come vorrebbero gli Usa. E mentre l’Ue viaggia in ordine sparso, Pechino è sia un partner strategico che una minaccia.
Infine, un’inchiesta sui problemi della sanità pubblica. Strutture fatiscenti. Personale sottodimensionato. Attese interminabili. Pronto soccorso strapieni. E pazienti abbandonati. Malgrado le eccellenze e l’impegno di operatori e medici, i cittadini hanno sempre più difficoltà ad accedere alle cure. A vantaggio del privato.
Questo e molto altro nel nuovo numero del settimanale The Post Internazionale in edicola da domani e disponibile già da ora nella versione digitale.
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